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Siamo tutti Astro-testimoni (da balcone): Omegon EQ-300

Proseguono le storie del nostro Maurizio R. 🙂

Questa volta, protagonista della sua recensione è la “piccola” montatura equatoriale di casa Omegon: EQ-300.

Buona lettura!

OMEGON EQ 300 in posizione di riposo occupa poco spazio

Da sempre sono abituato ad utilizzare montature equatoriali sottodimensionate, un poco perchè erano quelle fornite di serie con i vecchi telescopi, un poco perchè non ne avevo una grande necessità per uso fotografico ma solo visuale, per questo le ritenevo sufficienti allo scopo. Purtroppo già da quando ero giovane si sottovalutava spesso la robustezza di una montatura che invece è fondamentale. L’ideale sarebbe trovare una giusta dimensione per il tutto, ma molti astrofili hanno continuato come me ad utilizzare montature sottodimensionate anche per una questione di peso di quest’ultime. Una montatura piccola pesa poco e non è un fattore da sottovalutare. Ci fu poi un cambio radicale di pensiero nei primi anni 2000 dove vennero usate montature capaci di reggere 25kg ma con ingombri e masse sproporzionate per un uso itinerante per le quali venivano usate, per montarci sopra magari, un piccolo tele a lenti da 80mm e lunghezza focale fino a 600mm. Insomma da un estremo ad un’altro. Quelle piccole.. anche se (come si usa dire nell’ambiente) un poco “ballerine”, sono perfettamente utilizzabili per fare astronomia. Basta usarle! 🙂

Resta il fatto che una montatura più stabile è sempre migliore in assoluto.  Certo, prima dell’acquisto bisogna valutarne il reale utilizzo perchè più sarà grande più questo comporterà conseguenze e cambiamenti nelle abitudini, diminuendone l’uso più immediato (classica osservazione mordi e fuggi) durante lo spostamento interno ed esterno dell’abitazione tra una nuvola e l’altra. Bisogna inoltre tenere conto di quanto solitamente un balcone, più o meno ampio,  possa essere raggiungibile. Tutto sarebbe più facile avendo la possibilità di farsi una postazione fissa… però non è sempre così. Anche lo spazio in casa condiviso per riporre la strumentazione può divenire oggetto di attrito.

Tutto questo merita un approfondimento personale e soggettivo ed una scelta meditata di cosa veramente sarà indispensabile per le nostre necessità osservative visuali-balconistiche e perchè no.. anche fotografiche.

Innanzitutto ho sempre prediletto le montature equatoriali non eccessivamente pesanti e che non fossero anche estremamente ingombranti, questo per non picchiarle ovunque durante lo spostamento interno dell’abitazione dal luogo di deposito alla zona esterna di osservazione. Anche per questo mi piace la OMEGON EQ 300. Una volta che i gambi sono ritirati è veramente compatta, tanto da non sembrare che possa pesare ben 13,5Kg. Un peso non proprio piuma ma neanche eccessivo visto che su molte EQ5 solo il contrappeso raggiunge facilmente i 10kg. Per le dimensioni occupa il medesimo spazio – anche se la testa è – evidentemente più “mastodontica” di una buona EQ 2, con la possibilità di caricare perlomeno il doppio del peso. Poi esteticamente è fatta molto bene con dovizia per i particolari. Il che non guasta perchè – nonostante si usi prevalentemente al buio, anche l’occhio vuole la sua parte.

Con i gambi rientrati che misurano 68cm da terra all’attacco del treppiede, si raggiunge un’altezza complessiva fino al serraggio per la barra Vixen nella posizione di riposo di ben 96cm. Con i gambi completamente estesi diviene una montatura ideale anche per l’utilizzo di un rifrattore da 120mm con 1000mm di focale F8,3 come il mio Callisto “GunStar” Custom che ho usato per la prova. Proprio per le caratteristiche di questo telescopio che pesa poco più di 5.5kg, lo reputo uno strumento perfetto per testare a fondo la stabilità della OMEGON EQ 300. Leggendo i dati dichiarati la montatura è data per reggere un peso complessivo di ben 8kg, un valore notevole che voglio provare. Il treppiede è composto da gambi in acciaio tubolare con un diametro esterno di 3,81cm per la parte superiore più grossa e di 2,54cm di spessore per quella interna che fuoriesce quando si vuole aumentare l’altezza.

Doppio serraggio a mezzo manopole di blocco della sezione tubolare interna

Come visibile dall’immagine questa bella montatura si presta perfettamente anche all’utilizzo di questo tipo di rifrattore. In pratica potrei classificarla come una EQ4, cioè una via di mezzo tra una EQ3 e una EQ5 ma più propensa verso quest’ultima. Altro tocco di classe che mi sento di dover descrivere è questo: “sembra una sciocchezza…” MA il puntale in gomma della parte finale del treppiede,  per chi ha un pavimento in legno in casa, è il TOP. Oltretutto ha anche una funzione aggiuntiva per lo smorzamento delle vibrazioni. Sono piccoli dettagli che denotano una buonissima perizia complessiva durante la progettazione e l’assemblaggio. La montatura ha anche una livella liquida a bolla incorporata/incastonata (posta di lato) proprio nella parte superiore dell’attacco del treppiede. La comodità di questo accessorio è infinito se si vuole un coretto posizionamento in equatoriale per pose fotografiche o per inseguire correttamente a forti ingrandimenti un pianeta. La livella ha un quadrante circolare trasparente in Plexiglass, al suo interno un ulteriore cerchio rosso per una maggiore precisione di livellamento tra i tre gambi inferiori.

Puntale in gomma semi-rigida

La livella liquida con bolla d’aria

Come è possibile vedere dalla foto sono presenti anche due viti cromate una per il posizionamento esatto dell’altezza della latitudine da dove si osserva, e l’altra per il serraggio della testa nella posizione desiderata, vi sono anche altre due manopole laterali posizionate proprio li vicino che hanno la funzione di regolare e bloccare la testa equatoriale alla flangia del treppiede bloccandolo da eventuali movimenti altazimutali dopo averne effettuato la regolazione.

La testa equatoriale viene bloccata al treppiede avvitando una lunga asta che serra il porta oculari circolare con 2 fori da 31,8mm ed uno da 50,8mm, che fa anche da tirante per i gambi nella parte inferiore alla testa equatoriale. Utilizzando ed avvitando completamente questa lunga asta in acciaio con manopola a T rovesciata passando per la flangia, alla base della testa, consente di bloccare il tutto in maniera egregia.

Lo so, spiegarlo a parole sembra complicato. Meglio quindi una bella immagine che troverete più sotto. Alle estremità della testa equatoriale, nella parte posteriore vi sono i cerchi orari per la ricerca manuale delle coordinate, e centralmente a queste il tappo removibile a pressione nel quale può essere inserito il predisposto cannocchiale polare aggiunto come optional per la EQ 300, il funzionamento è semplice, si posiziona il telescopio verso la stella polare e poi lo si sposta in declinazione in posizione orizzontale al suolo, in questa maniera oltre non dover fare acrobazie cervicali a seconda del telescopio montato, in questo caso un rifrattore, non si dovrà stare con la testa sotto il tubo ottico, inoltre in questa posizione il foro posto anteriormente svitando il tappo frontale sulla montatura diviene utilizzabile, visto che in altre posizioni l’alluminio interno non rende possibile avere una zona aperta per l’utilizzo. Nella parte anteriore denominata anche asse di declinazione, che serra il bilanciere del contrappeso, sono in bella mostra le coordinate di declinazione nel cerchio dedicato ben leggibili, anche esse con una bella freccia prestampata e in evidenza nella struttura della montatura stessa. Il contrappeso è di 4,3kg ed è delineato da una simpatica linea gialla, la manopola di serraggio è in materiale plastico duro come per quello dei gambi e a fine asta vi è la sicurezza in acciaio circolare leggermente più spessa dell’asta stessa per non far cadere il contrappeso per terra.

Asta di serraggio tirante a T per i gambi e vassoio porta oculari

I tappi e l’apposito foro per l’inserimento del cannocchiale polare

In alto a sinistra il cerchio orario dell’ascensione retta per le 24 ore, visibili anche più in basso i gradi da 0 a 90 della latitudine, a destra le coordinate dell’asse di declinazione, in basso a sinistra le manopole di serraggio della testa alla flangia, tutte le viti sono in acciaio e alcune in bronzo tutto ottimamente assemblato. Volendo è possibile aggiungervi anche la motorizzazione a batterie per l’ascensione retta completa di pulsantiera con velocità variabile di correzione d’inseguimento da 2x a 32x per quanto riguarda la velocità siderale.

Impressioni di utilizzo pratico..

Utilizzandola con il nuovo MAK OMEGON 127/1900 che ha una lunghezza del tubo ottico di 45cm ed un peso complessivo di 3.462kg, anche in serate di vento piuttosto intense (tipo un inizio di libeccio) non ho avuto problemi di sorta per quanto riguarda le vibrazioni che sono restate praticamente nulle. Utilizzando anche oculari di focali inferiori agli 8mm quindi dai 240 ingrandimenti in su non ho avuto problemi di vibrazione. La Omegon eq-300 sembra fatta apposta per questo MAK. Un connubio perfetto montatura/telescopio in quanto il corto tubo del MAK permette anche un semplice puntamento dell’oggetto inquadrato sia con il Red-Dot che con un cercatore 8×50 che ho aggiunto io (visibile nella prima foto dell’articolo ndr) non pregiudicando minimamente aumenti di peso tali da cambiare le caratteristiche di osservazione ad alto ingrandimento.

Inoltre grazie al tubo ottico corto, risulta facile utilizzare le due manopole di ascensione retta “più lunga” e declinazione “più corta” per il puntamento e l’inseguimento manuale per i movimenti fini. Inizialmente i due assi erano piuttosto duri, sopratutto quello di declinazione. Girandoli ed utilizzandoli un poco cominciano pian piano ad ammorbidirsi, probabilmente perchè il grasso interno utilizzato per la lubrificazione degli ingranaggi con l’utilizzo comincia ad espandersi sulle ruote dentate. Attualmente è rimasto un poco duro l’asse di declinazione ma facendogli fare qualche giro da una parte e dall’altra si è notevolmente ammorbidito nonostante sia rimasto un poco pastoso. Altra cosa notevole sono le frizioni laterali in plastica nera rettangolari per il bloccaggio dei due assi. Non c’è bisogno di stringerle fino in fondo da un lato all’altro, anzi così facendo si rischia di rovinarle e di inserire fastidiosi giochi interni pregiudicando l’utilizzo corretto nell’osservazione e nell’inseguimento. Basta spostarle a poco più di metà e bloccano perfettamente. Una volta serrate, la precisione di inseguimento è veramente notevole, senza sbalzi, o ritardi nei movimenti. Lo spostamento è immediato, sinonimo di un’ ottima meccanica non c’è che dire. L’unico consiglio che potrei dare – anche se non assolutamente necessario – è un domani, la sostituzione del lubrificante per gli ingranaggi interni con uno di migliore qualità.

Omegon Mak 127 Advanced su Eq300

Sostituendo il MAK OMEGON con il mio Callisto Custom 120mm/1000mm le cose cambiano leggermente. Essendo il tubo ottico vicino ai 6kg, devo posizionare il contrappeso 4cm più in basso sull’asta bilanciere (con il MAK la fisso in cima). Il bilanciamento è un’ operazione necessaria e da fare sempre sulle montature equatoriali. Il Callisto con una lunghezza complessiva di ben 114cm è ben altra cosa del corto MAK. Utilizzando un oculare da 4mm a 250x ingrandimenti faccio la classica prova dello sbattere il dito indice sul focheggiatore, et voilà ecco 3/4 secondi di vibrazioni prima di smorzarsi. Va benissimo, nonostante tutto un buon risultato. A mio parere  utilizzando un rifrattore Omegon da 10cm con la medesima lunghezza focale del mio Callisto Custom ma più leggero di almeno un paio di kg,  ritengo che la montatura si comporterebbe molto meglio. A mio parere anche in queste condizioni – con il mio rifrattore per osservazioni visuali va benissimo. Per la fotografia (terrestre e planetaria) ritengo il MAK 127 e la EQ 300 OMEGON un’ottima accoppiata, mentre utilizzandola con il rifrattore da 120 dipende da caso a caso. Nonostante le specifiche tecniche indichino una portata (abbastanza plausibile) di ben 8kg, secondo il mio parere per un uso ottimale non andrei molto oltre i 6kg di carico totale.

OMEGON EQ 300 con rifrattore Callisto “GunStar” Achro 120/1000

comparazione dei due tubi utilizzati per il test

Immagine che vuole evidenziare la notevole differenza di dimensioni e peso tra il Maksutov Omegon 127/1900 ed il Rifrattore Callisto “GunStar” Achro 120/1000, due strumenti di concezione ed uso differenti ma utilizzati entrambi per la prova della OMEGON EQ 300.

OMEGON EQ 300 con Mak 127 Omegon serie Advanced: accoppiata perfetta!

1 commento


  1. Simona E. ha detto:

    Caro mio Maurizio, ho letto tutti i tuoi articoli sull’astronomia. Sei una meraviglia. Sei unico! Leggere gli articoli scritti da te è sempre un piacere. Complimenti, continua a scrivere, io, tuo fan, ho bisogno dei tuoi scritti. ”Tutte le verità sono facili da capire una volta che sono state rivelate. Il difficile è scoprirle.” (Galileo Galilei)