Le lenti dell'obiettivo
Le lenti dei telescopi vengono prodotte con diversi materiali. Quali sono, e che differenze hanno?
Quando pensa a un cannocchiale astronomico, la maggior parte delle persone immagina il classico telescopio a lenti. Sulla parte anteriore si trova la lente dell’obiettivo, mentre dal lato posteriore si guarda attraverso l’oculare. Sebbene nella ricerca siano stati soppiantati dai telescopi a specchi, tra chi pratica l’astronomia il telescopio a lenti è molto apprezzato.
La componente più importante di un telescopio a lenti è la lente dell’obiettivo. Per essere più precisi, le lenti dell’obiettivo, poiché ogni obiettivo moderno è composto da almeno due lenti. Ma perché?
Acromatici: lotta alle aberrazioni cromatiche
Rispetto agli specchi, le lenti hanno uno svantaggio: producono errori di colori noti come aberrazione cromatica. Si verificano quando lunghezze d’onda diverse vengono rifratte in modo diverso, la blu in modo più intenso della rossa. Il risultato: sgradevoli aloni di colore attorno all’oggetto che si vuole osservare, con conseguente riduzione del contrasto.
Negli acromatici con schema ottico Fraunhofer, l’obiettivo è composto da una lente frontale convergente in vetro crown e da una lente posteriore divergente in vetro flint. La combinazione di queste due tipologie di vetro riduce l’aberrazione cromatica, aumentando il contrasto e la fedeltà dei colori.
Gli acromatici Fraunhofer con una combinazione di vetri BK7-F2 accuratamente selezionata sono più che sufficienti come telescopi per principianti. Quando nel corso del tempo le esigenze cambiano, si può passare ai pregiati apocromatici.
Apocromatici: gli specialisti per immagini di elevata qualità
Gli apocromatici fanno un passo in avanti. Grazie a una scelta accurata delle tipologie di vetro, anche nei telescopi con struttura corta fino a tre lunghezze d’onda arrivano nello stesso punto di messa a fuoco.
Aggiungendo una terza lente con un costoso vetro speciale, queste ottiche di alta gamma non garantiscono solo purezza nel colore, ma anche immagini libere da coma e aberrazione sferica. Per poter realizzare questi super-obiettivi, i costruttori usano diverse tipologie di vetro. I fattori decisivi sono l'indice di rifrazione e il numero di Abbe.
Vetri speciali per immagini perfette
Bisogna considerare che l'FPL-53 non viene impiegato per migliorare l'aberrazione cromatica presente in un obiettivo rispetto all'uso dell'FPL-51, ma piuttosto per ridurre il rapporto di lunghezza focale. Si tratta di un aspetto importante in astrofotografia con tempi di esposizione brevi e campi visivi più ampi. Quindi un rifrattore doppietto FPL-51 potrebbe avere un rapporto di lunghezza focale di 1:6,8, mentre un telescopio con la stessa apertura e doppietto FPL-53 avrebbe bisogno di un rapporto di lunghezza focale di 1:6 o 1:6,25. L'esperienza dimostra che entrambi hanno un'aberrazione cromatica similmente ridotta.
I sistemi di lenti a tripletto che usano sia FPL-51 che FPL-53 tendono a ridurre ulteriormente l'aberrazione cromatica, offrendo un'immagine ancora più nitida. Le differenze in questa categoria di strumento possono essere determinate solo con misurazioni su banco ottico.