Il nuovo Lodestar X2 è una versione migliorata del rinomato Lodestar Autoguider!
La prima generazione Lodestar impiegava il sensibile chip ICX429 di Sony, che lo ha successivamente ancora migliorato sviluppando il ICX829. Offre una efficienza quantica sensibilmente maggiore, con un rumore di lettura minimo.
Questo nuovo sensore "Exview2" raddoppia la sensibilità del chip Lodestar, permettendo così l'autoguida anche con le stelle più deboli.
Con il chip X2 anche l'innesto su RJ12 è stato modificato.
Lodestar è allo stesso tempo il più sensibile e il più efficace autoguider sul mercato. Il software freeware per l'autoguida PHD è compatibile con Windows e OSW, mentre Linguider per i sistemi Linux ha ottenuto buoni feedback. La camera è disponibile sia a colori che in bianco e nero; quest'ultima è circa tre volte più sensibile rispetto a quella a colori.
(Bernd Gährken)
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Descrive l'innesto, o meglio la filettatura dell'innesto, sul lato del prodotto che si collega al telescopio. Sul telescopio quindi deve essere presente un adattatore corrispondente della stessa misura.
La profondità di bit di un sensore, detta anche intervallo di gamma, indica il numero di bit che formano l'immagine e quindi anche la quantità di gradazioni di grigio riproducibili. Da questa informazione dipende la profondità dell'immagine. Se ripresa con una profondità di bit pari a 1, l'immagine distinguerà solo tra bianco e nero. In questo caso però non si può ancora parlare di una immagine vera e propria, dato che manca di molti dettagli invece percepiti dall'occhio. Con 16 bit si ottiene la riproduzione di oltre 65.000 gradazioni di grigio.
Per interfaccia si intende il tipo di collegamento o di cavo presente tra dispositivo (per esempio una camera) e computer, come: USB, RS232, Firewire o video analogico.
Per risoluzione di un sensore si intende il numero totale dei pixel. Nelle camere digitali questo valore viene di solito espresso in megapixel. Più precisa però è l'indicazione che riporta il numero dei singoli pixel in fila orizzontale e verticale, per esempio 2048x2048.
Per la fotografia con tempi di esposizione lunghi molte camere CCD vengono raffreddate, in modo da ridurre il rumore termico e ottenere una maggiore qualità di immagine. Le camere CCD si suddividono principalmente in tre categorie:
- keine Kühlung
- passive Kühlung über Kühlrippen
- aktive Kühlung (z. B. über Lüfter und Peltier-Element)
La Full Well Capacity indica la quantità massima di elettroni che possono essere accumulati da un singolo pixel. Più è grande e quindi sensibile il sensore, maggiore sarà il numero di elettroni che il pixel sarà in grado di accumulare. Ma questo cosa significa? Una Full Well Capacity elevata permette un rumore molto ridotto, aumentando allo stesso tempo la capacità di riprendere oggetti molto luminosi o molto scuri.
I fotoni che raggiungono il singolo pixel liberano degli elettroni. Ogni sensore CCD produce una certa quantità di energia termica e un conseguente segnale autoamplificante. La lettura del sensore CCD darà quindi un'immagine disturbata.
Qualsiasi camera CCD è incline a produrre rumore d'immagine. Un disturbo che si manifesta come una specie di sgradevole granulazione e che diventa particolarmente importante quando si hanno tempi di esposizione lunghi. Oltre al rumore generico, ne esiste anche uno che viene generato dalla procedura di lettura dell'immagine: il rumore di lettura.