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Siamo tutti Astro-testimoni (da balcone): Oculari Omegon (1° parte)

Ciao a tutti,

anche questa settimana pubblichiamo la rubrica di Maurizio R. con una nuova ed esaustiva recensione (divisa in due parti) su alcune serie di oculari prodotte ed importate dalla Omegon…

…buona lettura!

OCULARI OMEGON

SUPER PLOSSL & PLANETARY ED (1° prte)

La serie di oculari da 31,8mm OMEGON Super Plossl & Planetary ED all'etrema destra sono visibili 2 Kellener OMEGON da 10mm e 25mm

La serie di oculari da 31,8mm OMEGON Super Plossl & Planetary ED all’etrema destra sono visibili 2 Kellener OMEGON da 10mm e 25mm

Come iniziare questo nuovo capitolo dedicato agli oculari? forse con una domanda che – per molti –  può sembrare scontata ed obsoleta ma non lo è affatto. Pertanto:  “A cosa serve un oculare?”

I Neofiti che si avvicinano per la prima volta a questa hobby e che desiderano comprare uno strumento ottico, o ampliare gli accessori del proprio telescopio appena comprato, il più delle volte non hanno idea di cosa sia un oculare. L’oculare ha la funzione di ingrandire un’immagine che si forma sul piano focale o più semplicemente dove si concentra la luce che fornisce l’obbiettivo del telescopio. Questa è chiamata anche lunghezza focale del telescopio e solitamente viene misurata in millimetri (per il MAK 127 della scorsa volta e che useremo anche oggi,  la lunghezza focale è di 1900mm). Quindi la sua funzione è quella di restituire immagini da poter osservare ad occhio nudo, ma volendo è possibile utilizzarli anche in fotografia anteponendoli ad un obbiettivo fotografico digitale, questo è chiamato “Metodo Afocale”. Una cosa che i mitici maestri hanno sempre tentato di spiegarmi è: che quello che conta non è l’oculare ma l’ottica del telescopio che fa la differenza tra un’immagine spettacolare e una scadente o accettabile. Questo è vero però, c’è sempre un però come mi spiegò il mio mentore quando ignaro comprai i miei primi Plossl.  Egli continuava a ripetermi che anche l’oculare doveva essere fatto bene, altrimentirischiamo che introduca aberrazioni ottiche tali da mostrare immagini ben al di sotto della qualità ottica di un determinato telescopio, nonostante esso sia anche di elevatissima qualità costruttiva generale.

Dopo tutta questa premessa devo ammettere che, nonostante gli anni, anche io sono uno di quelli che si lascia avvolgere – almeno inizialmente – dalla magia e dalla mitologia dell’oculare “speciale”. Ho detto inizialmente perchè  qualora l’oculare non andasse bene e presentasse dei difetti , poco importerebbe che sul barilotto ci fosse scritto il marchio più blasonato al mondo. Una volta, per avere un prodotto di fascia alta , oculari compresi, era necessario un esborso non indifferente. Per esempio, i Plossl Meade serie 3000 Japan costavano, se non ricordo male, più di 100.000 Lire (più o meno le 100 euro di ora). Oggi per fortuna non c’è più bisogno di svenarsi per avere eccellenti prodotti con prestazioni paragonabili.

Paragonabili come la vecchia serie 3000 Smooth Side (leggendari tra gli appassionati di alta risoluzione) e gli OMEGON SUPER PLOSSL del test che ne sono la più sincera testimonianza come progetto di alta qualità.

Di Oculari ce ne sono di tantissimi tipi e per tuttii gusti ed usi. Ormai il mercato è saturo e mancano solo quelli elettronici di cui vidi un prototipo alla fine degli anni 90 a New York quando entrai in un negozio specializzato per cercare uno dei primissimi collimatori laser. Quell’oculare da 31,8mm era una specie di visore notturno adattatato per l’uso su telescopio, un accessorio interessantissimo per il periodo e onestamente lo è ancora oggi ma pare che, nonostante gli anni passati, non abbia ancora preso piede tra le aziende del settore. Ancora si predilige l’uso delle lenti per gli oculari ed onestamente, almeno per adesso, sono felice di questo,  perchè adoro ancora la magia delle lenti per quanto riguarda l’osservazione con gli oculari.

La bellissima serie di OMEGON Super Plossl

La bellissima serie di OMEGON Super Plossl

“Come si fa a sapere quale ingrandimento si sta usando?” Anche questa è una domanda d’obbligo per tutti i lettori meno esperti che leggono questa rubrica.

Minore è il numero di focale scritto sull’oculare e maggiore sarà l’ingrandimento ottenuto. Per capire con quale ingrandimento si sta osservando c’è una semplice formula matematica da seguire. Prendiamo per esempio l’utilizzo di un oculare da 25mm di focale utilizzato con il MAK Omegon 127/1900. Si prende la lunghezza focale del telescopio, in questo caso 1900mm, e la si divide per la lunghezza focale dell’oculare 1900:25= 76 ingrandimenti o x. Se invece si utilizzasse un oculare da 4mm basta sostituire il 25mm con il 4mm e si ha 1900:4= 475x ingrandimenti. Si possono raggiungere anche ingrandimenti maggiori però purtroppo vi è un limite di utilizzo fisico reale, quindi l’oculare va scelto anche a seconda del limite del proprio telescopio che solitamente e calcolato come il doppio del diametro obbiettivo in ingrandimenti, in pratica se il MAK ha un diametro obbiettivo di 127mm, secondo la teoria il suo limite dovrà essere di 127mmX2= 254x ingrandimenti, quindi si potrebbe utilizzare con il MAK 127/1900 un oculare da 7,5mm di focale 1900:7,5= 253,3x ingrandimenti. Questo valore è veritiero nella realtà e nella teoria, però nella pratica le cose sono più divertenti e possono essere migliori o peggiori, ciò dipende anche dal cosiddetto “treno ottico” utilizzato, cioè dall’unione obbiettivo, più diagonale stellare (se necessario), e l’oculare utilizzato. L’unione di questi elementi se ben ragionato può esaltare e ottimizzare le prestazioni del nostro telescopio.

I due oculari OMEGON PLANETARY ED 8mm & 12mm utilizzati nel test

I due oculari OMEGON PLANETARY ED 8mm & 12mm utilizzati nel test

Per questo test la OMEGON mi ha fornito alcuni oculari molto differenti tra loro. Una serie di OMEGON SUPER PLOSSL non completa a causa dell’esaurimento momentaneo di un paio di focali (il 12.5mm e il 6mm) che mi sono stati sostituiti con un paio di OMEGON PLANETARY ED da 8mm e 12mm, quest’ultimi tanto apprezzati tra gli astrofili per diversi motivi che andrò ad elencare dopo.

Intendo iniziare con i SUPER PLOSSL OMEGON. Innanzitutto il mio plauso va al grande ottico Austriaco George Simond Plossl, l’inventore dello schema Plossl nel 1860, uno schema molto semplice da costruire, formato da 4 elementi ottici uniti in 2 gruppi che poi sarebbero i due doppietti acromatici che si fronteggiano. Questo schema ha anche delle piccole varianti infatti i doppietti possono essere di tipo “simmetrico o asimmetrico” che le varie case costruttrici hanno adottato nelle loro produzioni. Quando la costruzione di questo schema Plossl è fatto bene senza economia nei materiali meccanici e ottici, le immagini che fornisce sono immagini OrthoScopiche, cioè nel vero significato del termine: “immagini otticamente perfette”. Da Clavè per prima che, per la sua produzione Plossl, utilizzava esclusivamente terre rare per la fabbricazione delle lenti, provenienti da una determinata zona della Francia, per poi arrivare ai superlativi Plossl Brandon fino agli attuali TeleVue. La variante più significativa dello schema Plossl fu prodotta dalla Masuyama che con l’aggiunta di un elemento ottico tra i due gruppi di lenti migliorò il campo visuale corretto trasformando così il normale Plossl in uno schema denominato appunto Super-Plossl.

Però il Super Plossl non è riferito solo a questo tipo di schema ottico. Questa denominazione viene attribuita anche a quei Plossl con solo 4 elementi in 2 gruppi che però hanno qualità e caratteristiche tali da offrire prestazioni uguali o superiori ai Super Plossl a 5 elementi, come per i vecchi Plossl Konus degli anni 90 anch’essi di produzione TAIWAN per la Vixen con bordino rosso che venivano considerati Super Plossl ma in realtà erano dei Plossl classici con prestazioni elevatissime. Lo stesso vale per questa serie di OMEGON SUPER PLOSSL che hanno il gruppo ottico formato dal classico 4 elementi in 2 gruppi, ma la qualità che li contraddistingue a buon ragione, possono essere considerati dei veri SUPER PLOSSL.

Da sinistra: 25mm – 20mm – 17mm -4mm Super Plossl OMEGON

Da sinistra: 25mm – 20mm – 17mm -4mm Super Plossl OMEGON

Il Plossl fu il primo vero oculare Orthoscopico dato che l’Ortho di ABBE come lo si conosce oggi fu creato nel 1880, 20 anni dopo. I due tipi di oculare, nonostante abbiano alcune differenze estrazioni pupillari di grandezze differenti e campi apparenti più o meno ampli, se ben progettati si equivalgono.

Il Plossl ed il successivo Super Plossl sono uno schema ottico da molti sottovalutato anche per colpa della sempre più economica costruzione generale che le aziende hanno adottato per abbattere i costi di produzione. Fortunatamente negli ultimi anni il cambio di tendenza ha permesso di produrre ed immettere sul mercato nuovi prodotti di alta fascia che ha permesso di riscoprire il Plossl per quello che è: “quando è fatto a regola d’arte” ( non smetterò mai di ripeterlo)  è un oculare super performante per l’osservazione in alta risoluzione a forti ingrandimenti ed anche per un uso generico dato che lo schema Plossl si adatta con facilità a qualsiasi schema ottico e tipo di telescopio.

Iniziando con la vera e propria descrizione degli oculari oggetto del test, per prima cosa mi ha stupito l’imponenza del Super Plossl da 25mm. Sotto è possibile confrontarlo con un normale Plossl da 25mm.

Normale Plossl da 25mm in confronto con il Super Plossl OMEGON da 25mm

Normale Plossl da 25mm in confronto con il Super Plossl OMEGON da 25mm

Sembra un Plossl da 40mm invece che uno da 25mm. Anche la scatola è imponente, praticamente il doppio delle altre, tanto da farmi pensare che ci fossero 2 oculari dentro. Nonostante le dimensioni, il peso è contenuto e si arriva a soli 166 grammi, quasi 10 grammi in meno dei Planetary ED OMEGON. L’esterno è tutto in metallo laccato nero ed ho dovuto picchettarci sopra un po’ per capire di che materiale fosse fatto. Pare alluminio anodizzato e successivamente laccato. Pensavo prima di riceverli che la parte superiore fosse in plastica verniciata invece è tutto metallo lavorato con alta precisione. Il paraluce è in gomma spessa retrattile e ben dimensionato, i tappi superiori per tutti gli oculari sono in gomma semi rigida dello stesso materiale del paraluce ad eccezione di quello del 25mm che invece è di plastica rigida lucida.

Una volta aperte tutte le confezioni, gli oculari si presentano ottimamente imballati, nella loro bustina con fili argentati o dorati per chiudere le bustine, presentati così sembrano pronti come regali di Natale. Inoltre vi è presente un sacchetto di sali di silica-gel in ogni scatolina per l’assorbimento dell’eventuale umidità.

L’anello in alluminio dorato con la propria denominazione e focale scritta in bianco sopra e che circonda la parte esterna degli oculari  è il medesimo che utilizzano i nuovissimi Celestron Ultima Duo ed i veramente economici RKE con un elemento asferico in polimero da 62° che si trovano in rete e che ho avuto la possibilità di provare tempo fa con ottimi risultati. Pare che tutti questi oculari col bordino dorato, anche se commercializzati con marchi diversi, siano tutte produzioni Made in Taiwan progettati e costruiti dalla Long Perng azienda leader nel settore rinomata per l’altissima qualità delle sue produzioni ottiche. Long Perng è anche fornitore esclusivo per la William Optics infatti le finiture laccate di questi SUPER PLOSSL OMEGON ricordano proprio quelle dei prodotti William Optics.

L’antiriflesso in tutti gli esemplari è bellissimo e non presenta nessun difetto. E’ di un multistrato verde intenso simile al color smeraldo ma con una tonalità in meno. Inclinando l’oculare alla luce emerge nell’antiriflesso un altrettanto bel Magenta tendente poi al Fuxia. Somiglia ad un antiriflesso che avevo in un mio binocolo. La sua caratteristica è la banda estremamente larga che effettivamente aumenta la trasmissione della luce in maniera eccellente riuscendo a offrirmi immagini sia molto contrastate che addirittura più luminose di quasi mezza magnitudine rispetto ad uno uso con strumento simile ma di 1 centimetro in più di diametro obbiettivo!

Infatti nella prova pratica, puntando la Luna e paragonandoli con degli oculari Kellner T Japan (i Kellener hanno solo 3 lenti nel proprio schema ottico) sono rimasto sorpreso nel trovare questi OMEGON SUPER PLOSSL ugualmente luminosi e con la medesima trasparenza delle lenti. Da questo si deduce l’altissima lucidatura e l’altissima lavorazione di tutti gli elementi inseriti nell’oculare.

Ho pesato e misurato tutti gli oculari ( ho lasciato il tappino inferiore che cambia poco) riportando i seguenti dati:

  • 25mm/altezza 9cm/estrazione pupillare 27mm/peso 166grammi
  • 20mm/altezza 8cm/estrazione pupillare 20mm/peso 145grammi
  • 17mm/altezza 7,5cm/estrazione pupillare 18mm/peso 133grammi
  • 4mm/altezza 5cm/estrazione pupillare 3mm/peso 65grammi

Mi dispiace che, al momento dell’invo, non siano stati disponibili  anche le focali da 6mm e 12,5mm. Bisogna dire che la OMEGON ha indovinato a commercializzare questi oculari performanti ed anhe esteticamente accattivanti. Sono molto più belli dal vivo che in fotografia e per me l’estetica di un oggetto è importante quanto la sua funzionalità. Continuando l’esame esterno/interno vedo che l’interno del barilotto da 31,8 nella parte finale ha la classica filettatura per l’uso dei filtri. L’interno è completamente ben anodizzato però noto che in fondo vicino a dove è serrato l’elemento ottico vi è un riflesso di luce diurna. nonostante questo, rimane comunque un’ opacizzazione di buon livello ma migliorabile.

Particolare del riflesso di luce diurna

Particolare del riflesso di luce diurna

Non mi rimane che inserirli nel diagonale del MAK 127/1900 OMEGON (strumento a F15)  e provarli a fondo. Il campo apparente dichiarato di questi oculari e di 55° FOV per tutte le focali.

Inserisco il 25mm (76X) e mi pare che ci siamo, non noto distorsioni di campo, forse questo è imputabile al tipo di telescopio utilizzato, come dicevo un F15. Lo provo allora su un rifrattore F8 ed ho l’impressione che fino a 50° FOV non ci sia distorsione ugualmente. Utilizzando gli occhiali devo mantenere l’occhio un poco distante dalle lenti, allora li levo e guardo senza: non cambia niente, il campo è corretto gli unici difetti che vedo sono imputabili al mio occhio pertanto decido di rimettere gli occhiali per ammirare il suolo Lunare di questa ventosa notte d’estate.

Nonostante il riflesso interno che avevo notato prima, molto bene, nell’uso visuale non si presentano immagini fantasma ne riflessi interni. L’oculare comincia a mostrarmi quella che io chiamo “la visione tridimensionale”. Sembra quasi che la luna si stacchi dal fondo del cielo e questo nonostante il cielo sia molto chiaro dal mio osservatorio balconistico a causa di un forte inquinamento luminoso. Solo pochi oculari mi hanno offerto questa visione simil 3D che apprezzo sempre con entusiasmo quando provo gli oculari.

Sostituisco il 25mm con il 20mm a 95x ingrandimenti, non vedo differenze oltre l’ingrandimento leggermente maggiore. I dettagli della superficie lunare grossomodo rimangono invariati da quelli offerti dl 25mm. Però mi si presenta un’altra graditissima sorpresa: gli oculari tra loro sono completamente parafocali, cioè non hanno bisogno di correggere la messa a fuoco una volta sostituiti uno con l’altro. Questa caratteristica che trovo veramente notevole denota ulteriormente l’alta qualità e l’ulteriore sforzo di progettazione di questi Super Plossl. Solo nei miei vecchi Kellner T Japan di tipo Parks ho trovato la parafocalità tra una focale e l’altra.

Con il 17mm a 112x non cambia praticamente niente. il medesimo colore saturo e praticamente apocromatico che offre il MAK OMEGON della superficie lunare è stupendo, solito altissimo contrasto e tonalità neutra che per ora contraddistingue questi 3 oculari.

In mancanza delle altre focali intermedie inserisco il 4mm a 475x ingrandimenti. Iincredibilmente con il MAKSUTOV 127/1900 OMEGON riesco ancora – anche se con difficoltà – a mettere a fuoco la superficie lunare (un risultato impressionante che denota non solo l’alta qualità del MAK ma anche dell’oculare). Ma evidentemente è troppo anche per lui quindi decido di cambiare strumento ed utilizzare il mio vecchio e fido 60ino, un piccolo rifrattore da 60/700 di focale F11,7 che con il 4mm mi offre 175x ingrandimenti.

L’oculare si comporta benissimo, l’estrazione pupillare è minima ma ci sono abituato e nonostante debba tenere l’occhio a circa 2cm dalla lente non ho problemi ad osservare ugualmente anche se per brevi periodi. Anche con questo telescopio il campo di 55° FOV mi pare ben corretto dal centro fino ai bordi, forse un poco di distorsione si percepisce dai 48° di FOV in su fino ai 55°. Faccio la prova facendo passare Saturno da un lato all’altro dell’oculare, certo bisogna proprio andarsela a cercare questa distorsione e non sono neanche sicuro di averla notata. Nessun astigmatismo evidente (odio l’astigmatismo) e la luminosità è davvero notevole.

Lo confronto con un’ altrettanto Plossl da 4mm Taiwan ma non c’è confronto tra i due e l’ OMEGON è nettamente superiore come campo corretto nonostante l’avversario abbia un campo dichiarato inferiore di soli 52°. Come contrasto anche in questo caso l’ OMEGON la fa da padrone donando un’immagine “più pura” che offre con maggior facilità la visione di dettagli finissimi al limite del potere separatore, mentre nell’altro vanno ricercati maggiormente. Inoltre l’ OMEGON offre una tonalità più neutra mentre l’altro tende a restituire un immagine di un bianco/grigio più opaco e una persistente tenue luce diffusa che L’ OMEGON non presenta.

Visto che ci sono (ho altri tipi di 4mm compreso un T-Japan con il quale ha retto il confronto alla grande) continuo a confrontarlo volentieri pure con un Vixen Lantanio LV prima serie 1992 che considero tra i migliori oculari per Hi-res in circolazione anche questo della vecchia produzione Japan. La prima cosa che si nota è la tonalità di colore differente per i due modelli. Nonostante ciò i particolari riscontrati dopo circa 5 minuti di osservazione dello stesso cratere ( seeing/turbolenza atmosferica  paragonabile ad un 5 su 10) sono pressocchè identici a parte una leggera luminosità sempre a favore dell’ OMEGON. In altra serata, ho dato un breve sguardo a Giove durante crepuscolo. Il pianeta è già molto basso all’orizzonte in questo periodo ma  può ancora dare un’idea chiara di cosa ci si può aspettare da questi oculari. Escludendo la solita differente tonalità leggermente più calda (non gialla, chi vede giallo si sarà dimenticato un filtro W #8 al diagonale! 🙂 del Vixen LV che aiutava a ridurre in modo drastico l’aberrazione cromatica del piccolo rifrattore acromatico (a differenza del SUPER PLOSSL che la mostra pienamente) non ho notato differenze tali da decretare un vincitore.

A questo punto la scelta tra questi due oculari è solo una questione di gusti personali. Chi predilige un’immagine maggiormente orthoscopica non rimarrà assolutamente deluso da questi eccezionali OMEGON SUPER PLOSSL che oltretutto offrono prestazioni TOP di gamma ad un prezzo molto competitivo. A mio modesto parere risultano anche migliori di alcuni Orthoscopici presenti sul mercato, e che sono venduti ad un prezzo più del doppio di quello richiesto per gli OMEGON.

Veramente una bella serie da utilizzare con soddisfazione anche per gli oggetti del profondo cielo. Ho dato un occhiata a qualche ammasso aperto e qualche globulare giusto per curiosità e l’alta trasmissione di luce di cui sono capaci questi gioiellini non mi ha deluso affatto. Che dire… belli belli belli. 🙂

[Continua…]

1 commento


  1. Simona E. ha detto:

    Maurizio, ho letto tutto d’un fiato il tuo interessante articolo; è molto coinvolgente e piacevole. Seguo sempre con attenzione le tue pubblicazioni e gli articoli di storia dell’astronomia. Un grazie di cuore per tutto! Lunga vita a te.